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Il balletto romantico da Carlotta Grisi ad oggi

Il balletto romantico da Carlotta Grisi ad oggi

Verso gli ultimi periodi del 1700 iniziano a farsi strada i primissimi segnali di balletti romantici.

Questo tipo di danza raggiunge un’estetica romantica che si distacca dai canoni fino ad allora maggiormente utilizzati e che richiamano un senso puramente di culto illuministico della realtà e della ragione, convertendosi ora in un turbinio emotivo composto da realtà inesplorate dell’inconscio, ed alla visione più onirica delle cose.

Sogno, sentimento, emozioni, stati d’animo diventano i protagonisti in primo piano di queste tipologie di rappresentazioni.

Ovviamente tutta questa nuova concezione investe tutta l’arte Europea e si spinge naturalmente anche all’interno della danza, tanto che all’Operà di Parigi, nel 1832 verrà preparata la prima messa in scena di un balletto romantico, coreografato interamente da un maestro nostrano (tale Filippo Taglioni), ed è un’opera costruita in onore della figlia del coreografo, pertanto ricca di significati ed emozioni, il nome dell’opera è “Sylphide”.

E’ un’epoca di ispirazione artistica basata interamente sul sentimento, che si distacca completamente dalle atmosfere passate del barocco coi sui relativi soggetti legati alla fino ad allora osannata mitologia, ed inoltre distaccata anche dai vari od eventuali temi legati alla storia molto utilizzati nei balletti d’azione.

Da ora in poi si può dunque assistere a rappresentazioni artistiche del balletto nelle quali l’intrigo geo-politico ed economico reale si sostituisce al mistico regno del surreale e delle fiabe, il tutto caratterizzato da personaggi anch’essi fittizi (come creature immaginarie od anche energie o entità ultraterrene), che vengono rese reali grazie alla relazione o all’interferenza diretta con gli esseri umani ed agli stati d’animo trasmessi al pubblico.

Filippo, padre di Maria Taglioni (una nota danzatrice classe 1804, molto celebrata grazie alle sue innumerevoli doti di artista della danza sul palcoscenico, soprattutto in quanto a forza di elevazione e molta tecnica e grazia rigorose), introdusse l’utilizzo del balletto sulle punte, le quali regalano ai danzatori ancor più uno stato generale di leggiadria, eleganza e leggerezza, suggerendo ed accostando la figura dell’artista ad un essere capaci quasi di spiccare il volo.

Altra importante innovazione dal punto di vista questa volta estetico, viene introdotta dall’utilizzo del famigerato tutù (tutt’oggi elemento essenziale ed obbligatorio della danza classica accademica); questo oggetto è sempre stato in grado di regalare alle danzatrici un tipo di leggerezza ancor più evidenziata ed inoltre un ampliamento del movimento degli arti inferiori.

Nel balletto romantico grazie a danzatrici come la Taglioni, la figura femminile della danzatrice classica acquista un ruolo di preminenza rispetto a quello maschile che si dispone in un ruolo più che altro di portatore.

La donna perciò, durante questo nuovo e artisticamente delicato ma al contempo rivoluzionario periodo artistico, affiora in superficie e volteggia sulla stessa accompagnata da una fitta rete di nuovi colori determinati da un continuo connubio di fervide emozioni dirette senza troppi preamboli al pubblico.

Nel 1841, un’altra opera conosciutissima è senza ombra di dubbio “Giselle”, interamente di produzione francese, ma creato in onore di una danzatrice italiana (Carlotta Grisi), la quale offre all’interno dell’opera una capacità espressiva e di tecnica davvero fuori dal comune, rendendo la rappresentazione ancor più maestosa ed epocale.

Per tutto il secolo 800’ susseguono tantissimi artisti di spessore ed importanza storica del balletto, grandi danzatrici come F. Cerrito, L. Grahn ed altre ancora che contribuiscono a rendere il balletto romantico poetico ed espressivo, attraverso performances di elevato virtuosismo della tecnica.