Masque ed Anti Masque nel 1600
Ai tempi delle danze di Corte utilizzate da Re Sole in Francia durante il XVII secolo, in Inghilterra v’era un altro sovrano dedito ad imporre la sua divina chiamata al Regno Inglese attraverso una propaganda simile a quella di Luigi XIV, ovvero tramite gli spettacoli a Palazzo e tramite l’arte della danza: egli era Carlo I.
Questi reali usualmente utilizzavano apparire all’interno degli stessi spettacoli, o comunque essere rappresentati dai medesimi per poter figurare così agli occhi delle masse, come personaggi degni di governare in maniera totalitaria le loro rispettive Nazioni, ed ottenere così senza troppi sforzi e peripezie il benestare del popolo.
Carlo I adottò una serie innumerevoli di produzioni artistiche all’epoca del suo mandato, perché aveva capito molto bene dal Re di Francia che questo stile di dialogo politico aiutato dall’arte, potesse giovare molto ad un Reale come lui.
Queste grandi e sfarzose produzioni, venivano rappresentate egregiamente soprattutto sotto l’aspetto del numero dei partecipanti e quello scenografico, forse il più importante in questo caso.
Fu durante l’elaborazione di questi grandi eventi, verso il 1605 che venne inventato e consacrato il genere di spettacolo di Corte conosciuto come Masque, un genere molto affine a quello dei balletti di corte francesi rivoluzionari di Luigi XIV.
Vi erano però, soprattutto in Inghilterra durante il Regno di Re Carlo I, dei potenziali avversari in opposizione ai classici spettacoli Reali che si tenevano presso le Corti o gli edifici governativi, questi spettacoli venivano chiamati gli Anti Masque e venivano promossi diversamente dal filone del Regno, da ballerini professionisti che impersonificavano gente comune o bislacca come pellegrini, pigmei, streghe ed anche vizi capitali, cose che nei Masque classici era praticamente bandite, proprio per la loro natura comunicativa.
Queste rappresentazioni non si distaccavano molto dal Masque, poiché esso era comunque la struttura principale, ma ragionavano su un tipo di atmosfera molto più grottesca, solitamente utilizzata per anticipare il principale spettacolo della serata.
Tra i più elaborati e famosi Masque del ‘600
- Il Trionfo dell’Amore di Callipoli (Ben Jonson): qui lo stesso Re rappresenta l’amore eroico a cui tutti debbono aspirare, che disintegra e spazza via tutto il resto che risulta banalmente superficiale, come amanti capricciosi, infatuazioni effimere, ecc. aventi come sfondo una città ideale: Callipoli. Nel racconto erano presenti anche figure mitologiche come la stessa Venere.
- Coelum Britannicum (Tomas Carew): nel quale appare Giove, utilizzando una delle più gloriose scenografie del secolo in modo da celebrare la fondazione dell’Impero Britannico.
- Salmacida Spolia (Sir William Davenant): creato nel 1640 è probabilmente l’ultimo dei grandi Masque esistiti, dai toni meno allegri e più spenti rispetto ai suoi predecessori, descrive una situazione di un Regno in tumulto e di una riconciliazione guidata da una fonte poderosa che riusciva a placare l’animo della guerra negli uomini.
Il Masque rispetto al Balletto di Corte Francese non continuò ad esistere dopo il Regno del suo Re Carlo I.