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Denaturalizzazione della danza orientale in occidente

Denaturalizzazione della danza orientale in occidente

Chiamando la danza del ventre, danza orientale, è stato un metodo nel passato per evitare determinati pregiudizi all’interno dell’opinione pubblica, soprattutto nel periodo in cui questa antica arte del medio Oriente si avvicinò ai primi Paesi Occidentali.

Naturalmente quando la danza del ventre entrò nei meandri dei primi palcoscenici dapprima statunitensi e poi europei, si scontrò ben presto con il pregiudizio e sulla reazione del pubblico riguardo gli stessi contenuti, i quali, pur venendo visti sotto forma di un appellativo più territoriale (danza d’Oriente), accumulavano al loro interno tutta quella intensa sensualità e innovazione delle movenze per le quali l’uomo bianco non era ancora pronto; non lo era in particolare poiché non conosceva le radici di quest’arte ne del significato dei suoi relativi movimenti.

La danza del ventre in America venne da subito accomunata ad un ballo di intrattenimento più sensuale che artistico, prettamente di livello estetico, ignorando completamente o quasi la magnificenza e il motivo delle sue gesta.

In ogni caso, anche se inizialmente venne adottato il nome indiretto a quello del ventre femminile, il contenuto permase e naturalmente scandalizzò e provocò la stragrande maggioranza dei nuovi pubblici, che parallelizzarono la bellydance o meglio, la danza orientale a un mero prodotto per l’appunto di stampo orientaleggiante, dunque esotico ed erotico che richiamasse quei lontani ambienti arabeggianti dei grandi sultani di un tempo, coi loro harem come antichi luoghi di perdizione.

Purtroppo questo riflesso di idea nei confronti della danza del ventre è tornato in molti casi, di pari passo anche in quei Paesi d’origine o ad altri limitrofi orientali, dove le bellydance già era conosciuta, tanto da modificarne anche in questi luoghi la concezione originaria.

Alcune zone anche orientali hanno preso spunto da quelle idee nate sotto l’interpretazione semantica occidentale, dando origine così ad una lettura errata nei confronti di quest’arte anche in alcune zone di origine.

Lo stereotipo di danza sensuale proveniente dai castelli orientali, creata per essere lasciva, scabrosa e disinibita, ballata da odalische seminude di proprietà dei sultani, pronte ad allietare un pubblico prettamente formato da soli uomini.

Alcuni artisti, tra poeti e pittori occidentali, che non avevano mai viaggiato in Oriente, immaginavano in alcune loro rappresentazioni, queste danzatrici nude delle antiche e lontane terre d’Oriente, cercando così di interpretare soggettivamente ed in maniera fantasiosa, quei luoghi lussuriosi conosciuti come Harem, dando vita purtroppo ad un nuovo immaginario collettivo che influenzò di buon grado la maggior parte delle persone occidentali e non, che entrarono in contatto con questa danza.

Per chi invece abbia studiato o sappia appena due cose sulle reali origini della danza del ventre, sa benissimo che non è affatto così: il Mondo è sempre stato pieno di “mercenari artistici”, che tramite le loro conoscenze, la loro influenza e il proprio potere mediatico, hanno da sempre cambiato o interpretato in maniera errata alcune tipologie di arti folkloriche.

Queste figure hanno spesso e volentieri tradotto alle masse, in maniera completamente sbagliata, spesso in completa opposizione complementare al reale senso di esistenza di quella determinata arte, disgregandone le fondamenta, denaturalizzandole e rendendole ciò che in realtà non erano affatto.